martedì 21 agosto 2012

Agente 007, una cascata di diamanti - Guy Hamilton (1971)

(Diamonds are forever)

Visto in tv.


Dopo la disfatta al botteghino del film precedente, i produttori si sentono in dovere di richiamare i veterani. Il che, tradotto, vuol dire soltanto richiamare Sean Connery. Il povero attore scozzese è un poco imbolsito dagli anni, ma la presenza scenica ancora ce l’ha, il problema semmai è che lui da solo non fa un buon film.

Alla regia c’è Guy Hamilton, che pur essendo parte del gruppo originale di creatori della serie, evidentemente è il figlio venuto male, e non risulta in grado che creare qualcosa di decente. Il film manca di tutto, il ritmo è assente, gli inseguimenti ridicoli (soprattutto se in confronto con quelli del film precedente), la storia poco interessante e soprattutto si aggancia a quella precedente con un originale James Bond in cerca di vendetta per la moglie uccisa… però purtroppo l’idea si perde subito dopo i titoli di testa e torna ad essere lo scugnizzo di sempre.

Poi semplicemente le idee buttate nel film superano troppe volte il limite del ridicolo o del verosimile, gli esempi sono moltissimi: la fuga con il modulo lunare, la macchina che viaggia su due ruote, la lotta con le pin up bambi e tamburino, il doppio scambio di nastro o tutta la pessima aggressione finale.
Se si aggiunge che non c’è un vero e proprio nemico con appeal, ne i due sicari e neppure Blofeld è più quello di una volta. Spiace dirlo, ma è la prima vera e propria delusione.

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